Una domenica in montagna, tra trekking e fotografia
Dopo venti anni di inattività e venti chili in più, grazie alle insistenze di un amico, ho ripreso una vecchia passione: le escursioni in montagna. Occasione, come in passato, anche di scattare qualche foto
L’occasione è stata l’invito, fortunatamente insistente, di un amico che mi ha convinto a riprendere gli scarponi da montagna ormai da troppo tempo riposti nella scarpiera.
E così domenica mattina siamo partiti in auto alla volta del paese dell’Abetone, nota località sciistica dell’Appennino Tosco-Emiliano, posto a 1388 metri sul livello del mare, punto di partenza della nostra escursione.
Il percorso: dal paese dell’Abetone al Libro Aperto
Il programma stabilito prevede la partenza dal paese dell’Abetone (m.1388) e, tramite il sentiero CAI 00, raggiungere il Libro Aperto così denominato in quanto caratterizzato dalle vette del Monte Rotondo (m.1937) e del Monte Belvedere (m.1896) che delimitano due zone pianeggiante che formano le pagine di un libro aperto.
Detta zona è sicuramente tra le più frequentate del comprensorio grazie anche alla facilità dell’ascesa e pertanto accessibile a tutti. Chiaramente con un minimo di attrezzatura specifica.
Parcheggiata l’auto in prossimità della Piazza delle Piramidi ci siamo incamminati lungo la Via dell’Uccelliera e percorsi qualche decina di metri abbiamo preso a destra per la Via privata Bagatti, strada di servizio della forestale.
Percorrendo per alcuni metri detta strada, alla nostra sinistra, abbiamo incontrato l’attacco del sentiero CAI 00. In alternativa, per un tratto, si può continuare per la strada forestale dato che si ricongiunge con il sentiero CAI 00 in prossimità di una sella a circa m.1475 caratterizzata dalla presenza di una grossa fontana.
Scelto di percorrere il sentiero, e non il tratto della strada forestale, ci siamo incamminati con passo tranquillo, vista la mia mancanza di allenamento pluriennale, verso la nostra meta.
Il sentiero CAI 00 ci ha condotto, con un percorso alternato da brevi salite e tratti quasi pianeggianti, attraverso la fitta Foresta dell’Abetone che ci ha protetto dalla calura di luglio.
Lungo il cammino abbiamo incontriamo un cippo di confine a ricordarci che ci troviamo sul confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena.
Continuando lungo il sentiero arriviamo alla vetta del Monte Maiori (m.1561) da cui iniziamo a vedere una vasta porzione del crinale. Da qui si scende verso est fino a incontrare nuovamente la strada forestale proveniente dall’Abetone.
Proseguendo verso destra arriviamo alla Foce La Verginetta (m.1502) dove è situato il rifugio La Casa di Lapo (o Casetta di Lapo) che, nel periodo estivo, è meta di numerose famiglie in cerca di un punto facilmente raggiungibile e un posto dove pranzare.
Il primo tratto di sentiero scorre via veloce, complice il fresco e la facilità del percorso, così che i dubbi sulla mia effettiva resistenza cominciano a svanire riavvicinandomi a una vecchia passione di cui, durante il cammino, riaffiorano ricordi, sensazioni, profumi accantonati per molti, troppi, anni.
Dopo una breve pausa siamo ripartiti dalla Foce La Verginetta, continuando lungo il sentiero CAI 00, in direzione del Libro Aperto. Da questo momento inizia l’ascesa vera e propria.
Il sentiero si dirama attraversa un bosco di faggi per poi proseguire tra ampi prati verdi in cui risaltano fiori dai colori intensi. Tra l’erba sono anche facilmente individuabili grandi chiazze di colore verde più scuro costituite da rigogliose piante di mirtillo tipiche della zona.
Non essendo ancora il periodo in cui frutti raggiungono la maturazione completa mi sono accontentato, si fa per dire, di qualche gustosissima fragola di bosco.
Continuando il nostro cammino ci imbattiamo in altri cippi di confine ma ormai lo sguardo spazia abbracciando tutto il crinale appenninico. Arrivati ormai alla sella del Libro Aperto il sentiero si divide in due rami.
Il primo raggiunge la vetta del Monte Belvedere (m.1895) sul versante pistoiese del Libro Aperto e l’altro raggiunge il Monte Rotondo (m.1937) sul versante modenese.
Decidiamo di seguire il secondo tracciato e tramite una ripida ascesa raggiungiamo la vetta del Monte Rotondo dove incontriamo altri escursionisti in sosta ad ammirare il paesaggio benché, purtroppo, il cielo non sia terso.
Decidiamo anche noi di fermarci in vetta e, trovato un punto tranquillo, ci dedichiamo al pranzo ammirando il panorama che ci circonda. Effettuata la pausa e rifocillatoci decidiamo di ritornare verso il punto di partenza.
Riprendiamo il sentiero a ritroso fino alla sella del Libro Aperto e da lì decidiamo di percorrere il sentiero CAI 495 che, tramite un altro percorso, ci riporta nuovamente sul sentiero CAI 00 in prossimità della Foce La Verginetta.
Da questo punto in poi abbiamo percorso a ritroso la parte rimanente del sentiero fino al punto di partenza.
Questa è stata la prima escursione dopo molti anni ma sicuramente ne seguiranno altre nei prossimi mesi!
Va bene la montagna, ma le foto?
Per l’escursione ho aggiunto nello zaino la Pen E-PL5 con il 12-50 M.Zuiko e filtro UV, nulla a che vedere con il peso della vecchia reflex analogica, nell’intento di fare molte foto… ma poi non è stato così!
Un po’ perché preso dal riappropriarmi delle vecchie sensazioni del camminare in montagna e un po’ perché stregato dal paesaggio, dai colori e dai profumi…
Risultato che ho finito per scattare solo poche foto che tra l’altro neanche granché riuscite.
Ripensandoci il giorno dopo mi sono reso conto di non aver preparato, dal lato fotografico, l’escursione.
Perché grazie a servizi come Google Maps (ex Panoramio), oppure al motore di ricerca Google, è possibile recuperare informazioni e fotografie dei luoghi, attraverso gli scatti di altri escursionisti, delle zone che andremo a visitare.
Questo ci aiuterà a sapere in anticipo dove si trovano i punti di interesse fotografico così da non farci trovare impreparati.
La prossima volta mi preparo meglio!
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La montagna, l’escursionismo e la tecnologia
Da appassionato di tecnologia potevo non cercare un'applicazione per l’occasione?
E così, dopo una ricerca in rete, vista la mia completa ignoranza sull’argomento, ho letto alcuni articoli relativi al tracciamento del percorso, grazie al GPS integrato nei moderni smartphone.
In particolare, ho letto diversi articoli che consigliano l’utilizzo dell’applicazione OruxMaps, scaricabile liberamente da Google Play.
Detta applicazione permette di registrare il tracciato percorso compreso tutta una serie di dati che vanno dalla velocità, dal dislivello, dal tempo impiegato, dal tempo piegato effettivo, dal tempo delle soste e molto altro.
L’aspetto interessante dell’applicazione è che permette di caricare preventivamente una delle mappe disponibili in rete.
Questa caratteristica si rileva molto utile in quanto ci permette di utilizzare l’applicazione con il solo servizio GPS attivato, avendo già scaricato la mappa, e perciò rendendo inutile il collegamento dati.
Questo comporta due benefici:
- Ci permette di utilizzare l’applicazione anche in zone non coperte dal segnale, cosa molto frequente in montagna;
- Ci permette una maggior durata della batteria potendo utilizzare lo smartphone con il collegamento dati disattivato o addirittura in modalità aereo;
Avendo da poco installato l’applicazione OruxMaps, e testata in una sola occasione, non sono ancora in grado di sfruttare completamente le sue caratteristiche, perciò, dovrò approfondire grazie anche alla guida in italiano disponibile sul sito del progetto.
Informazioni utili
- Riserve Naturali Statali Pistoiesi
- La mappa e il percorso
- Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
- Il sito ufficiale dell’applicazione Orux Maps